

Per stazione di servizio si intende una struttura destinata al rifornimento di combustibile ed all'assistenza ai veicoli a motore termico ed ai loro trasportati. In realtà, dal punto di vista normativo e tecnico, sarebbe più corretto parlare di impianto di distribuzione dei carburanti, essendo la stazione di servizio una tipologia di impianto, così come la stazione di rifornimento, il chiosco e il punto isolato.
Accanto alla erogazione di carburanti, che possono essere liquidi come la benzina e il gasolio o gassosi come gas di petrolio liquefatti(GPL), metano o idrogeno, vi possono trovare posto altri servizi quali officine, autolavaggi, negozi, bar, ristoranti, stampa quotidiana e periodica. Recentemente, grazie ad alcune sentenze del Consiglio di Stato e ad alcune novità normative, soprattutto a livello regionale (Puglia, Marche e Basilicata), anche i generi di monopolio cominciano a trovare spazio presso le stazioni di servizio.
STORIA_______________________
Le prime stazioni di servizio iniziano a diffondersi durante i primi decenni del 1900. In precedenza, durante i primi anni di diffusione dei veicoli con motore a combustione interna, i carburanti erano infatti venduti in confezioni sigillate nelle drogherie ed in altri negozi generici. La nascita della stazione di servizio corrisponde quindi con l'invenzione dei primi erogatori, dispositivi in grado di sollevare il prodotto petrolifero dal serbatoio interrato nel quale è stoccato e pomparlo attraverso una tubazione flessibile ed una pistola erogatrice sino al serbatoio dell'autoveicolo da rifornire.
Le prime stazioni di servizio presentavano caratteristiche molto differenziate tra loro e lasciavano quindi molto spazio alla creatività dei progettisti che in questo modo hanno realizzato alcuni esempi significativi di una vera e propria architettura specifica.
Nel corso del tempo, con la progressiva razionalizzazione delle reti di distribuzione e della conseguente riduzione del loro numero, si è assistito ad una sempre più spiccata standardizzazione della stazione di servizio che, nel caso di alcune grandi compagnie petroliferemultinazionali utilizzano gli stessi elementi tecnici e di comunicazione pubblicitaria in decine di diversi Paesi in tutti i continenti.
Attualmente in Italia esistono oltre 24.000 stazioni di servizio distribuite tra strade e autostrade (dove vengono meglio definite come Area di servizio). Il loro erogato medio, che è in progressivo aumento, è ancora inferiore alla media europea mentre il loro numero è tuttora in costante diminuzione.
In Italia, anche a seguito dell'impennata del costo del petrolio e della conseguente diminuzione dei consumi, è prevista da molti una crescita del livello di competitività tra i diversi punti vendita. Questo sta facendo si che, accanto ai tradizionali impianti "colorati", di proprietà o convenzionati con le società petrolifere vere e proprie, stiano consolidando la loro presenza sulle strade i punti vendita indipendenti o "bianchi", ovvero con marchio diverso da quello delle compagnie o come spesso accade in Francia, direttamente dai gruppi che controllano la grande distribuzione commerciale (Auchan, Carrefour, Conad-Lecrerc, Ipercoop).
Per fonte di energia alternativa si intende un modo di ottenere energia elettrica fondamentalmente differente da quella ottenuta con l'utilizzo dei combustibili fossili, che costituiscono le fonti "non rinnovabili".
Spesso tale classe di fonti energetiche viene confusa o assimilata a quella delle fonti di energia rinnovabile (che in inglese sono sinonimi) o anche a quella delle fonti energetiche in grado di permettere uno sviluppo sostenibile. In realtà le fonti di energia alternativa comprendono una classe più ampia di forme di produzione di energia comprendendo "qualunque" modo di produzione di energia che non avvenga mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Una differenza sostanziale ad esempio è la presenza fra le fonti alternative dell'energia nucleare, che non viene compresa nelle altre due classi.
Il termine divenne di uso comune negli anni settanta, a valle delle crisi petrolifere del 1973 e 1979, che avevano fatto vedere in maniera chiara le problematiche poste da un mondo dell'energia troppo dipendente dal petrolio e, in generale, dall'approvvigionamento di fonti fossili.
Negli ultimi trent'anni sono state investite nella ricerca in tal senso molte risorse umane ed economiche. Nonostante ciò, uno dei problemi è rappresentato da conflitti d'interesse tra chi dovrebbe investire i fondi nella ricerca e chi produce attualmente l'energia o chi vende petrolio: di conseguenza vengono a mancare le alternative per il futuro.
Ad oggi sta aumentando, da parte di numerosi ricercatori la preoccupazione per il futuro energetico dell'umanità. Secondo modelli ritenuti generalmente validi come ad esempio il modello di Hubbert, sembra che il petrolio sia in fase di esaurimento (molti pensano che si stia superando il picco di Hubbert). Se ciò si rivelasse vero, provocherebbe delle ripercussioni enormi (alcuni parlano di ripercussioni catastrofiche) sull'economia, lo sviluppo e il sostentamento dell'umanità nei prossimi decenni (in particolare del mondo industrializzato, che maggiormente utilizza queste fonti), in quanto estremamente dipendenti dal petrolio. Una via indicata da molti per non incappare in questi eventi, è l'emancipazione dall'utilizzo del petrolio come fonte energetica, investendo risorse, ricerca e fondi nello sviluppo di fonti alternative di energia, che attualmente ricoprono una percentuale pari a circa il 20% della produzione energetica mondiale. Alcune fonti energetiche alternative sono rappresentate da: