lunedì 19 aprile 2010

Benzina, distributori e storia I venditori ambulanti fanno presto spazio alle pompe fisse che nel 1920 sono gia' parte del paesaggio


Milano, racconta esordio e trasformazioni del carburante Benzina, distributori e storia I venditori ambulanti fanno presto spazio alle pompe fisse che nel 1920 sono gia' parte del paesaggio Adue passi da Milano, a Palazzolo Milanese, nel 1996 e' nato il Museo Sirm, un vero gioiello per gli appassionati del mondo dell' automobile. Un salto nel passato che merita una giornata di vacanza. Fondato da Guido Fisogni, imprenditore specializzato in impianti stradali per la distribuzione del carburante, con il passare degli anni il museo ha conquistato una fama internazionale. Oggi ha ottomila pezzi fra distributori di benzina, lattine per l' olio, attrezzi vari, cambiaolio, estintori, compressori e un incredibile numero di accessori, gadgets e giocattoli, tutti databili dall' inizio dell' Ottocento ad oggi. Un archivio di disegni tecnici e di materiale pubblicitario e' a disposizione degli studenti interessati all' evoluzione del design e della meccanica. Fisogni ha recuperato il passato, conferendo dignita' e rispetto a un oggetto industriale prima passato inosservato. La storia del carburante e' un po' quella di questo secolo. Ai primi dell' Ottocento il kerosene, distillato di quell' olio denso e scuro che a volte sgorga direttamente dal terreno, ha sostituito via via sego e stearina dall' odore nauseabondo. La distribuzione all' inizio era affidata agli ambulanti. Poi i barili vengono muniti di una pompa a stantuffo. L' impiego dei primi motori a scoppio e' il piu' delle volte statico: si tratta di azionare pompe ed altri macchinari. Per eliminare il rischio di incendio dovuto alla necessita' di portare con se' bombole di gas, si torna gradualmente a combustibili liquidi e la scelta cade su un sottoprodotto del petrolio usato come solvente nell' industria e come smacchiatore nelle case: la benzina. Con l' avvento dell' automobile, la benzina diventa il carburante piu' diffuso. A fine secolo, in America, Henry Ford riesce a imporre il veicolo a motore quale normale mezzo di trasporto e infatti ne circolano ottomila esemplari. In Europa si tratta ancora del privilegio per un' elite. Si creano punti di distribuzione in cui il carburante viene erogato attraverso una pompa cilindrica. I distributori si trovano a lato delle strade, nelle filling stations, aree specializzate dove ci si rifornisce senza essere di intralcio alla circolazione. Nel 1920 la pompa di benzina fa ormai parte del paesaggio. Contro le brutture commerciali, le costruzioni rozze e improvvisate sorgono movimenti di opinione e cosi' la ricerca del bello ad ogni costo porta a esiti di ogni tipo, in cui anche l' aspetto dei distributori diventa fondamentale. La tecnologia avanza ed entriamo nella grande stagione dello styling, ovvero l' Art Deco reso americano dal genio dei designer. Linee parallele, sagomature aerodinamiche, decorazioni geometriche, finiture impeccabili, colori accesi si impadroniscono anche dei distributori di benzina che diventano, come tanti altri prodotti industriali, pura espressione della sensibilita' del loro tempo. In Italia la colonnina del 1925 risente di un' ispirazione "romana". Con la motorizzazione di massa degli anni Cinquanta i nuovi distributori acquistano forme piu' compatte e arrotondate. Negli anni Sessanta appare il globo su cui e' indicato il marchio ad illuminare il distributore. Si vedono globi ovali, a losanga, a fiamma, a conchiglia, a corona. Per arrivare poi ai cartelli - bandiera montati su altissimi pali. Dopo le sobrie lattine di kerosene di fine Ottocento si passa al cilindro usa e getta. Le targhe a smalto per reclamizzare un prodotto diventano una vera mania. La scelta di un mezzo cosi' costoso si giustifica solo per la sua durata. Ma per una pubblicita' adulta e giocata sulla continua evoluzione del messaggio un manifesto indistruttibile rappresenta un controsenso e cosi' le targhe non tappezzano piu' le pareti dei negozi. L' evoluzione dell' estetica segue quella generale degli attrezzi da lavoro: presenta quel fascino decisamente industriale che viene dal materializzarsi di un' esigenza, di una funzione. Ma almeno in una parte di essi si avverte anche lo sforzo di apparire, seguendo quelle mode che trasformano nel tempo gli oggetti per la casa, i mezzi di trasporto e le stesse pompe di benzina. Negli anni Venti scoppia la mania dei promozionali: non dimentichiamo il Bibendum di Michelin donato ai gommisti in infinite versioni. Ma in America e' la recessione del 1929 e il conseguente calo dei consumi di carburante a scatenare la febbre della promozione. Chi si ferma a far benzina e' piacevolmente sorpreso di vedersi offrire un piccolo dono. Fa la sua comparsa un nuovo materiale capace di dare corpo - a prezzi ragionevoli - alla fantasia: la plastica. Da allora la promozione e' diventata un' arma di vendita comune anche nel mondo dei carburanti. Tutto questo mondo riunito con la pazienza e soprattutto la passione del vero collezionista riesce a trasmettere anche a noi profani l' amore per certi elementi, certe atmosfere ormai scomparsi che per i meno giovani rappresentano un nostalgico amarcord sulle corse in macchina della gioventu' e una finestra su quella dei nostri nonni. Marina Giusti del Giardino

Giusti Del Giardino Marina

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